Sempre più ristoratori denunciano il fenomeno delle prenotazioni “No Show” nei propri ristoranti, un fenomeno in aumento e che soprattutto nei periodi di alta stagione causa problematiche di gestione, perdita di fiducia della clientela e un danno economico non indifferente.
Non è certo una novità che il campo della ristorazione sia uno dei più fiorenti e importanti del nostro Paese. In Italia andare a mangiare al ristorante è una tradizione prima ancora che un piacere, un modo per rilassarsi e per godere di una tipologia di cucina che difficilmente si può replicare in casa, sia per capacità tecniche che per mancanza di tempo durante la giornata.

L’osservatorio Incremento-Ristorazione 2025 ha pubblicato nei giorni scorsi i dati relativi alle prenotazioni ai ristoranti degli italiani e sono emersi dei dati importanti. Molti di questi svelano che le abitudini sono cambiate e che se un tempo le prenotazioni venivano effettuate solo telefonicamente, adesso per la maggiore vanno i canali digitali.
Il 38% dei clienti utilizza piattaforme specializzate, il 22% utilizza il portale del locale o il servizio di Google, il 9% si affida a WhatsApp (modalità sempre più in crescita) e solo il 21% continua a chiamare al locale. Se il digitale è un aiuto concreto per le prenotazioni, per quanto riguarda la diffusione del nome e della qualità del locale il passaparola rimane fondamentale (il 43,7% delle persone si affida ai pareri degli amici o parenti), molto più di Instagram (14%) e di Google (9%).
Il report fa emergere però altri due dati importanti che influiscono sulla gestione e possono causare problemi organizzativi e di guadagno. Il primo dato riguarda le prenotazioni last minute, sempre più persone chiamano poco prima di presentarsi al locale (circa il 10%) il che può impedire al locale di prendere in carico la prenotazione. Il secondo riguarda l’aspetto più negativo, ovvero le prenotazioni “No Show” (il 12,5% dei casi analizzati).
Perché le prenotazioni fantasma sono un problema e come pensano di risolvere i ristoratori
Per prenotazioni “No Show” s’intendono quei clienti che chiamano per bloccare un tavolo e alla fine non si presentano al locale. Tale fenomeno negli ultimi anni è aumentato e probabilmente il fatto di poter prenotare senza fornire la propria identità, per altro senza dover nemmeno chiamare il locale, ha fatto sì che divenisse più semplice dare buca.

Dell’argomento si è occupata Repubblica in un articolo specifico e da questo emerge come le prenotazioni fantasma siano un danno economico non indifferente per i ristoratori, in particolar modo nei periodi di alta stagione, quelli in cui non si fatica a riempire la sala e una prenotazione toglie la possibilità di accogliere altri clienti.
Tra le varie soluzioni adottate dai ristoratori c’è il reminder tramite SMS (che permette un calo del No Show del 5%) o tramite WhatsApp e Mail (permette un calo del 32%). Sempre più ristoratori tuttavia stanno pensando di cautelarsi chiedendo o una caparra o addirittura una carta di credito come garanzia (esattamente come avviene per le prenotazioni in albergo), in modo tale da non perdere denaro nel caso in cui il cliente non dovesse presentarsi.