Addio ai processi troppo lunghi: ora il risarcimento arriva prima, con questi passaggi

D’ora in avanti si potrà richiedere l’indennizzo monetario nonostante la causa sia ancora in corso: ma come funziona? E, soprattutto, vale per tutti?

La giustizia italiana: quella a cui tutti (o quasi) dobbiamo ricorrere almeno una volta nella vita. La stessa che cerca la via per una sentenza equa, ma che spesso si scontra con ingiustizie ben confezionate o con tempistiche troppo lunghe per garantire ciò che spetta alla parte offesa. Spesso, di mezzo, c’è del denaro.

Martello giudice sopra a banconote euro
Addio ai processi troppo lunghi: ora il risarcimento arriva prima, con questi passaggi – ristorantegiorgione.it

Perché va bene fare i moralisti, ma c’è da dire che l’iter può protrarsi anche per anni, a seconda della complessità del processo e delle procedure di risarcimento. Tuttavia, qualcosa è cambiato. Si tratta di un cambiamento epocale, o quantomeno degno di nota nella storia della legislazione: si è deciso di toccare un nervo scoperto, quello delle tempistiche.

Perché nel tempo un buon avvocato può trovare la chiave per far passare un cliente dalla parte della ragione; nel frattempo l’ansia cresce e il denaro che spetta di diritto slitta con essa. Anno dopo anno. Senza parlare di quando una sentenza, seppur non definitiva, è già stata espressa. Vediamo dunque cosa prevede il nuovo Decreto Giustizia n. 117/2025, approvato nel mese di agosto, e cosa cambia nel concreto.

Come funziona il nuovo sistema di risarcimento

Per anni chi subiva la lentezza dei tribunali italiani si è trovato davanti a un paradosso: per ottenere l’indennizzo previsto dalla legge bisognava attendere la fine del processo, anche se quel processo stava già durando troppo. Il Decreto Giustizia n. 117/2025 mette fine a questa assurdità e introduce un cambio di passo epocale: oggi il risarcimento può essere richiesto già durante il procedimento in corso, senza dover attendere la sentenza definitiva.

Giudice che lavora per una causa
Come funziona il nuovo sistema di risarcimento – ristorantegiorgione.it

La riforma modifica radicalmente il sistema dell’equa riparazione previsto dalla Legge Pinto, eliminando l’obbligo di aspettare la conclusione del giudizio e consentendo di agire non appena vengono superati i tempi stabiliti dalla legge: tre anni per il primo grado, due per l’appello, uno per la Cassazione, tre per l’esecuzione e sei per le procedure concorsuali. In pratica, se il processo sfora questi limiti, il cittadino può immediatamente chiedere l’indennizzo.

Non è una semplice semplificazione procedurale, ma un intervento che recepisce quanto già sancito dalla Corte Costituzionale e richiesto dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, entrambe critiche verso i tempi ‘biblici’ della giustizia italiana. La riforma, così facendo, non solo accelera i risarcimenti, ma restituisce credibilità al sistema, dando finalmente risposta a milioni di persone che hanno dovuto attendere per anni ciò che spettava loro di diritto. E non è poco.

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