Tra spazzole miracolose e beccucci telescopici, il risultato è sempre lo stesso: caloriferi che sembrano puliti, ma dentro nascondono un mondo di polvere.
Ogni anno la stessa storia: si tirano fuori spazzole telescopiche, panni antistatici, aspirapolveri con beccucci sottili e accessori da astronauta per infilarsi tra le fessure dei caloriferi. Si fanno salti mortali per raggiungere ogni angolo, eppure, al momento dell’accensione, eccoli lì: ancora pieni di acari e polveri sottili, dannosi per chi soffre di allergie e tutt’altro che salutari per chiunque altro. In pratica, li si pulisce spesso, ma mai davvero.

E allora viene spontaneo chiedersi: serve davvero pulirli così di frequente se poi i risultati non sono completi? La risposta mi è arrivata quando meno me l’aspettavo. Mentre il muratore era impegnato a cambiarmi il top della cucina (sì, era marcito, ma questa è un’altra storia), ha buttato lì una frase che sembrava quasi una rivelazione.
Non servono marchingegni costosi né attrezzi miracolosi per pulire bene i caloriferi ancor prima di accenderli: il segreto era molto più semplice di quanto potessi immaginare. E, onestamente, difficilmente qualcuno ci arriverebbe da solo.
Come si lavano davvero i caloriferi (senza impazzire né rovinare nulla)
Il segreto, a detta del muratore, è smettere di girarci intorno – letteralmente. Tutti puliscono solo la superficie, ma la vera sporcizia è dentro: uno strato compatto di polvere umida che si deposita tra le lamelle e, a lungo andare, rende l’aria più pesante. L’unico modo per eliminarla è lavarli davvero, non limitarci a spolverarli.

E sì, significa smontarli o lavarli sul posto, ma è più semplice di quanto sembri. Nel primo caso basta chiudere la valvola e lo sfiato, aspettare qualche minuto che si raffreddino (se non sono ancora accesi non è necessario) e poi scollegarli dai tubi (niente panico: ci vogliono due chiavi inglesi e un po’ di pazienza).
A quel punto si possono spostare in bagno e metterli direttamente sotto la doccia. Con acqua calda e un po’ di detersivo neutro, lo sporco se ne va da solo. Dopo il risciacquo, basta lasciarli asciugare bene e rimontarli: tornano bianchi, leggeri e soprattutto sani.
Se invece l’idea di smontare spaventa, c’è un piano B molto efficace: procurarsi due bacinelle, versare acqua calda dall’alto e raccoglierla in quella posizionata sotto. In pochi minuti l’acqua scura che ne esce farà capire quanta polvere c’era ancora lì dentro. Si può aggiungere un po’ di aceto o detergente delicato, e il gioco è fatto.
Chi ha i termosifoni in casa sa che nulla è semplice (vale anche qui, metaforicamente): non esistono scorciatoie o strumenti ‘miracolosi’. Ma una volta all’anno, dedicare mezz’ora a un lavaggio completo è la sola garanzia per avere caloriferi davvero puliti e aria più respirabile in casa.